Ogni uomo ha un fardello che è la sua copia esatta. E' muto e cieco e sordo ma dice e vede e sente tutto, proprio come lui. Arriva nel giorno e scompare la notte, quando il buio lo risucchia sottoterra, nella sua vera casa. Ma basta accendere un fuoco e lui è di nuovo lì, a danzare alla luce delle fiamme, docile ai comandi e senza la possibilità di ribellarsi. Sta disteso a terra perchè glielo ordina la luna, sta in piedi su una parete quando il sole glielo concede, sta attaccato ai suoi piedi perche non puo' andarsene.
Mai.
Quest'uomo è la tua ombra. E' con te da quando sei nato. Quando perderai la vita, la perderà con te, senza averla vissuta mai.
Cerca di essere te stesso e non la tua ombra o te ne andrai senza sapere che cosa è la vita. da "Fuori da un evidente destino" di Giorgio Faletti
No, il libro non l'ho letto, e non so se mai lo leggerò....ma mi piaceva questa immagine...
Contrariamente a mezzo mondo sembra, ma io resisto a questa specie di malattia che sta colpendo un pò tutti, grandi e piccini.
Perciò, riporto qui un articolo trovato oggi sul corriere della sera on-line (ebbene sì, anche da Londra mi informo su quello che succede in Italia...)
SESSO, AMICIZIA E INSODDISFAZIONE, L'IDENTIKIT DI CHI È SEMPRE ONLINE Facebookmania fra i 30-40enni Esplodono le iscrizioni anche in Italia. Ma gli psicologi avvertono: «Attenzione a illudersi»
ROMA - Un clic e si diventa amici, si ritrovano ex compagni di scuola, oppure antiche fiamme. E sui comincia a condividere pezzi di vita, foto e video. Per senitrsi meno soli. E' la Facebookmania, una passione in rapido aumento anche in Italia: gli ultimi dati parlano di 1 milione 369 mila utenti italiani (su 132 milioni nel mondo), con un incremento di visitatori del 961% in un anno ( del +135% degli iscritti). «E' una febbre che contagiato in particolare la fascia tra i 30 e i 40 anni, e non a caso: questo mondo virtuale è infatti vissuto come un antidoto al senso di vuoto e alla solitudine, che in questa fase della vita, fitta di bilanci, contagia anche i cosiddetti vincenti» commenta Paola Vinciguerra, presidente di Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) e direttore dell'Uiap (Unità operativa attacchi di panico) alla Clinica Paideia di Roma.
IL RADUNO ITALIANO - Se infatti il sito è nato richiamandosi - anche nel nome - agli album fotografici che le università americane pubblicano a inizio anno accademico per ritrovare amici perduti, oggi i nostalgici a caccia degli ex compagni di classe sono solo uno dei tanti profili dei facebook-maniaci: ci sono i «troppo soli», gli insoddisfatti, quelli con l'alter ego, quelli che lo fanno per farsi pubblicità, i cuori infranti e, naturalmente, i latin lover virtuali. A testimoniare la passione per questo colorato mondo online c'è anche un incontro organizzato per mercoledì 22 a Milano, alla discoteca Limelight, per riunire la Facebook community lombarda. Ma stando agli esperti, il crescente scambio di messaggi, foto e contatti possono essere anche la cartina di tornasole di un disagio sempre più diffuso. «L'enorme sviluppo di Facebook è anche spia di un grosso problema di solitudine - diagnostica la Vinciguerra , analizzando il fenomeno con l'Adnkronos salute - Abbiamo costruito la nostra vita su un'immagine capace, vincente, superorganizzata. Ma a 30-40 anni, che gli obiettivi che c'eravamo posti siano stati raggiunti o meno, si fa strada un senso di vuoto, perchè più che l'essere abbiamo curato l'apparire».
«COLOSSALE ILLUSIONE» - Così finiamo per ricercare quelli che sono sentiti come «rapporti veri: i compagni di scuola, gli amici di tante estati al mare, i ragazzi del cortile. Quelli a cui davamo e ricevevamo sostegno e comprensione sinceri. Oggi nel mondo reale recitiamo un po' tutti - avverte la Vinciguerra - ma in passato non era così». «Facebook permette a tante persone di pensare di essere importanti, solo perchè hanno decine e decine di amici virtualì, ma purtroppo si tratta spesso solo di una colossale illusione», sostiene Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta, docente di psichiatria dell'Università Gregoriana di Roma, e fra i primi a occuparsi del problema delle tecno-dipendenze in Italia. «Occhio però, perchè dimenticano che resterà per sempre traccia sul web del cumulo di menzogne o banalità narcisistiche che si immette nella rete», avverte Cantelmi. E spesso le menzogne vengono al pettine, come è già accaduto nel caso di coppie in cui uno dei due si presenta single sul sito, e l'altro lo scopre. «Si è disperatamente in cerca di una realtà diversa, anche sentimentalmente, così si altera la verità», dice la Vinciguerra.
GLI IDENTIKIT DEI «FACEBOOKMANIACI» - Ecco, secondo gli esperti, l'identikit dei popolo di Internet contagiato dalla Facebookmania.
1) I nostalgici: Si emozionano alla vista delle foto dei compagni di classe delle medie o del liceo. Cercano gli amici del passato per vedere come sono invecchiati, e commentano i bei tempi andati. Una nostalgia per i vecchi tempi che, di fatto, è un rimpianto per i rapporti veri e perduti, per un'infanzia e un'adolescenza ormai lontana e mitizzata.
2) I latin lover virtuali : Dichiaratamente a caccia di nuovi potenziali partner, ma anche di ex piacenti e disponibili. Spesso celano una relazione (se l'hanno) e rimpinzano il proprio profilo e gli album con foto sexy o interessanti, a volte ritoccate. In genere accumulano decine e decine di amici dell'altro sesso, con i quali fanno i misteriosi. «Ma alla fine si tratta di persone sole o profondamente infelici con il partner, che ricorrono a cumuli di banalità narcisistiche per rendersi interessanti», spiega Cantelmi.
3) I cuori infranti: Prostrati dall'ultima relazione, in corso o finita, sono a caccia degli antichi amori, mitizzano i ricordi. Hanno l'impressione di essersi persi per strada qualcosa di vero. «In questo caso l'insoddisfazione e la solitudine vanno a braccetto - spiega la Vinciguerra - e si cerca di darsi un'altra chance» grazie alla rete.
4)Gli insoddisfatti: Infelici anche se hanno una famiglia e dei figli, spesso sono donne. Non trovano spazio per il sogno, il romanticismo e quel pizzico di avventura, che finiscono per cercare su Facebook.
5) Quelli della pubblicità: Sono più o meno famosi, politici, campioni dello sport, attori. Ricorrono a Facebook in modo strumentale, per farsi mega-spot gratuiti.
6) Quelli con l'ater ego: Dai 400 burloni che si sono presentati nei panni del calciatore Francesco Totti, ai tanti Giulio Cesare o Maria Antonietta, a quelli che pubblicano foto diverse o ritoccano la descrizione vantando titoli ed esperienze di fantasia. Soli e in cerca di contatti, si mettono una maschera per ottenere attenzioni e credibilità nel mondo virtuale.
Ora, io me ne frego di tutto ciò, continuo a fare la mia vita serena e tranquilla senza cercare ex-compagni di scuola, senza taggare le foto, e senza partecipare a questa cosa che si chiama FACEBOOK (ma scrivere FEISBUC è meglio...)
eh già...1 anno dopo mi ritrovo a fare il punto della situazione. 1 anno dopo cosa ? La mia laurea, o il mio funerale, che dir si voglia.
Già, chi non c'era forse non sa di cosa si parli, ma la mia laurea è stata uno dei giorni più brutti della mia vita...ma è un altro discorso !
Il punto della situazione, ok... Allora, cosa ho fatto in questo anno ? Ho lavorato e vissuto a Napoli, Milano, Londra, poco a Bari, poco a Molfetta (c'ho solo lavorato, per fortuna mai vissuto...). Ho deciso, ricambiato, di sposarmi. Ho cambiato lavoro 2 volte. Ho smesso di giocare a basket. Ho praticamente abbandonato al loro destino i miei acquari. Sono diventato ZIO ! Sono diventato 30enne !
buh poi ci saranno un sacco di cose che ho fatto ma che non vale la pena menzionare... in sostanza, se mi guardo indietro, mi rendo conto di come la mia vita sia realmente cambiata a distanza di pochi mesi... e questa cosa non mi spaventa affatto, perchè credo sia questo quello che mi hanno sempre descritto come "prima o poi diventerai grande pure tu..." già...diventare grandi...
di sicuro stavo diventando grosso, smettere di giocare e la dieta ferrea di napoli mi hanno fatto mettere su quei 4-5 chili che un mese di Londrananza mi ha già fatto perdere...
ma grande ?!?!? naaaa troppa filosofia in questo post, non ci sta proprio...
Ora sono a Londra, non so per quanto ancora, ma ci sto... Il discorso serio è chiedersi quanto valga la pena di fare tanti sacrifici per il lavoro, quando tanta gente si accontenta... ecco, la risposta che mi dò è semplicemente che io non mi accontento, vorrei puntare sempre al meglio, anche se più si punta in alto più si fanno sacrifici... io è un anno che non vivo in casa mia, ho imparato a cucinare (segnalerò presto la ricetta della pasta con il sugo tricolore o del pollo al pesto !), ho imparato a piegare le mie cose, a lavare a terra, a lavare il bagno... cose che fino ad un anno fa mi sognavo !!!
Mi fa ridere pensare quanto io abbia desiderato in vita mia di vivere a Londra, e quanto il ritorno nella mia vita di Anna Maria abbia fatto realizzare questo sogno... La situazione è perfetta, la società ha sede a Bari e a Londra... vediamo un pò quello che ne viene fuori...
Il punto è che ho inseguito un mio sogno, e ho fatto di tutto per farlo avverare...